Gli Orti Botanici sono luoghi fatati, fuori dal tempo, allo stesso tempo rivelano la mano dell’uomo che ha selezionato, catalogato, si è preso cura delle specie vegetali.
In questo senso l’Orto Botanico di Palermo è il più stupefacente che abbia mai visto. La flora è rigogliosa, lussureggiante, grazie anche al clima estremamente favorevole in cui ha potuto svilupparsi. Le quasi 12000 specie vivono in un’area progettata secondo il gusto neoclassico. Qui però, più che in ogni altro orto botanico, mi è sembrato continuassero a sfuggire al tentativo dell’uomo di contenerle.

La storia dell’Orto Botanico di Palermo
Il primo embrione dell’Orto Botanico di Palermo risale al 1779. In quell’anno il Senato cittadino concesse alla neonata Regia Accademia degli studi un modesto appezzamento di terreno per la coltivazione di piante utili all’insegnamento. Ben presto però si manifestò l’esigenza di disporre di nuovi spazi e la sede venne trasferita a quella attuale.
Qui tutto venne concepito per essere funzionale agli scopi didattici e scientifici, ma sempre con qualche concessione all’estetica, che al tempo era quella neoclassica. Ci lavorarono tra i più celebri architetti del tempo, tra cui il francese Lèon Dufourny. A lui si deve l’impostazione del primo nucleo del giardino, l’area attraversata dal Viale Centrale e dal Viale delle Palme, e gran parte degli edifici monumentali come il Gymnasium e i due padiglioni laterali, il Tepidarium e il Calidarium.

Cosa vedere
Man mano ci si allontana dall’ingresso, la visita all’Orto Botanico di Palermo somiglia sempre di più ad un viaggio intorno al mondo.
Lascia senza fiato il grande Ficus del 1845, che ha ormai raggiunto dimensioni monumentali. La disposizione accogliente dei rami permette non solo di osservarlo camminandogli intorno, ma di passargli attraverso. Un’esperienza sensoriale unica che lo fa sembrare davvero un luogo incantato! I suoi grandi rami si estendono per metri in orizzontale, sorretti da radici aeree che toccato il suolo si sono trasformate in tronchi.


Un’altra delle aree che mi hanno più colpita è quella dell’Acquarium, un bacino di 24 comparti in fondo al Viale Centrale. Al suo interno ospita varie specie di ninfee, piante palustri e il loto indiano. Ad abbracciarla tutto intorno un canneto di varie specie di bambù, in grado di trasportare la mente immediatamente verso Oriente.
Per non parlare delle piante più curiose, come non fermarsi ad apprezzarne le caratteristiche inaspettate? L’albero bottiglia (Chorisia speciosa), l’albero del sapone (Sapindus mukorossi), la Mimosa Sensitiva (Mimosa spegazzinii), le cui foglie si ritraggono appena vengono sfiorate, la canna da zucchero (Saccharum officinarum), la manioca (Manihot utilissima) e le piante da frutto tropicali.


Gli Orti Botanici sono tra i miei luoghi preferiti in assoluto da visitare. Nulla è in grado di dissolvere le preoccupazioni e rasserenarmi come una camminata tra i viali pieni di specie vegetali. Sempre ordinate, disposte con criterio per stupire ed educare, ma allo stesso tempo libere di fare di testa loro, assecondando il ritmo delle stagioni nelle direzioni e nei modi che preferiscono.
Se passate per Palermo non posso che consigliarvi di dedicare mezza giornata alla scoperta del più incredibile Orto Botanico d’Italia.