La Puglia è definitivamente il mio luogo natale da quando l’ho scoperta la prima volta nel 2013.
L’ho scoperto tardi, ma da allora cerco di recuperarne ogni anno un pezzettino.
È qui che mi rifugio ogni volta che ho bisogno di rigenerarmi e tornare a respirare, all’ombra degli ulivi millenari, con gli occhi fissi incantati dal luccichìo del mare.
È una terra unica che racchiude e accoglie infinite possibilità di viaggio, per ogni personalità, stato d’animo o bisogno, ma il mio consiglio è quello mettersi alla guida e girarla tutta on the road.

Il nostro viaggio inizia dal Gargano, detto anche lo Sperone d’Italia.
Pinete, boschi rigogliosi, foreste, scogliere calcaree a picco sul mare, distese di sabbia bianca e grotte marine lo rendono, dal punto di vista paesaggistico, uno dei territori più vari della Puglia.
I suoi borghi medievali come Vieste, Peschici e Rodi Garganico, solo per citarne alcuni, ci trasportano in uno spazio senza confini e senza tempo e per me sono stati una delle più belle scoperte di questo territorio: passeggiare tra i vicoli bianchi che si affacciano a picco sulla scogliera è un’emozione alla quale abbandonarsi con fiducia.

Come sapete, e se non lo sapete ve lo dico io, nel mio curriculum vitae vanto una discreta esperienza e preparazione in termini culinari, e passando di qui non potevo ovviamente perdermi i piatti della tradizione locale, un viaggio gastronomico tra terra e mare.
La bontà risiede nella semplicità, dalle tielle di campagna con fiori di zucchina, al cacio con le fave, alle pettole garganiche, fino all’immancabile pane con olio extra vergine di oliva pugliese.

Da qui ci siamo rimessi in marcia per raggiungere la Valle d’Itria, terra che racchiude una serie infinita di meraviglie e che infatti dal 1986 è entrata di diritto tra i siti Unesco di Italia.
Infiniti sono i borghi in cui perdersi, come Alberobello, Cisternino, Martina Franca e Ostuni (imperdibile).
È qui che la mediterraneità e le tradizioni locali si respirano a pieni polmoni: le botteghe artigiane, le finestre aperte e le vecchie signore che sulle loro seggioline “appostate” fuori dalla porta di casa chiacchierano fra loro, l’odore di bucato dei panni stesi e il sole rovente che batte sulle case bianche. Il cielo blu, di più, bluissimo.

Come vi dicevo fare tappa a Ostuni è un dovere morale.
Conosciuta in tutto il mondo come “la città bianca” è una perla incastonata nel blu del cielo e del mare.
Cosa vedere? Tutto.
Perdetevi fra le sue meraviglie dal sapore medievale e l’arte delle infinite chiesette come S. Giacomo di Compostela e la Chiesa dello Spirito Santo.
Ricordatevi però di non andare via prima di aver fatto un salto alla “porta blu” per immortalare uno scatto a prova di instagrammer.

In Valle d’Itria vi consiglio vivamente di alloggiare in una delle sue dimore tipiche, come le masserie. Noi lo abbiamo fatto, siamo stati a Borgo Egnazia e Masseria Torre Maizza, ed è stata un’esperienza davvero incredibile. Passeggiate a cavallo fra ulivi secolari, degustazioni fra i vigneti e laboratori di cucina per imparare a fare i tipici panzarotti sono solo alcune fra le attività da non perdere.

Il viaggio on the road ha una marcia in più soprattutto quando ci si sposta su territori ricchi di scorci, paesini e paesaggi ammirare da più prospettive. Si può improvvisare e scegliere all’ultimo minuto di fare una deviazione, come abbiamo fatto noi per cenare a picco sulla scogliera di Polignano a Mare.
La parte di Puglia che più mi è rimasta nel cuore però è il Salento.
La prima che ho scoperto, e l’ultima che ho visto prima del lockdown.

Qui è dove ci siamo ritagliati i momenti più rilassanti e goderecci del viaggio. Immaginate una terrazza da cui ammirare ogni giorno il sole che tramonta nel mare. Immaginate ora il cielo che si tinge di mille sfumature che vanno dal lilla, al rosa, dal giallo all’arancio e, infine, un calice di vino bianco fresco e il profumo familiare di una frisa con pomodorini.
Non è forse questa la felicità?

Il Salento è anche quel luogo dove ho nuotato nelle acque più limpide e tiepide di sempre e dove è possibile vivere qualche giorno di benessere completamente offline.
Imperdibili la spiaggia di Punta Prosciutto e Torre Lapillo anche se la piccola spiaggia di Porto Selvaggio mi ha fatta perdutamente innamorare.
Fa parte del Parco Regionale di Porto Selvaggio ed è una vera e propria oasi immersa nel verde; per raggiungerla, infatti, si passa attraverso un sentiero di circa 20 minuti in mezzo alla pineta. Una volta arrivati, sono certa che rimarrete senza fiato. Tuffatevi e godetevi il mare cristallino!

Voglio concludere questo mio breve racconto di viaggio con qualche verso di Alda Merini, che ha trascorso una parte della sua vita a Taranto:
«Non vedrò mai Taranto bella/ non vedrò mai le betulle/ né la foresta marina;/ l’onda è pietrificata/ e le piovre mi pulsano negli occhi./ Sei venuto tu, amore mio,/ in una insenatura di fiume,/ hai fermato il mio corso/ e non vedrò mai Taranto azzurra,/ e il Mare Ionio suonerà le mie esequie».
